In un'intervista con MARCA, Arturo Coello parla a lungo in occasione della Valladolid Premier Padel P2, un torneo molto speciale per lui, visto che si gioca nella sua città natale. Il numero 1 del mondo riflette sul suo rapporto con questo palcoscenico simbolico, sulla sconfitta contro Galán/Chingotto a Roma, sulle sue ambizioni per il 2025, sulla sua vita quotidiana tra Miami e l'Europa, nonché sulla sua visione di successo nel padel.
Un torneo speciale nella “sua” città
Nato a Valladolid nel 2002, Coello vivrà una settimana unica. Giocare in casa, dormire nel suo letto, incontrare i suoi cari, sentire l'energia del pubblico... Un'atmosfera che ha imparato a domare col tempo: "All'inizio, la pressione era tanta. Ora sono concentrato sulla corsa al titolo, sul mio gioco, su me stesso".

Il peso della sconfitta… e la sua virtù
Sconfitto a Roma in finale da Chingotto e Galán, i suoi grandi rivali, Coello ne trae insegnamento: "Loro meritavano di vincere, io ero sotto. Ma questo tipo di sconfitta mi aiuta a reinventarmi". Uno stato d'animo che rivendica, arrivando a dire di non dormire dopo una sconfitta e di andare subito ad allenarsi per liberarsi.

Rispetto per Chingotto, elogio per Cardona/Augsburger
Interpellato sulle critiche a volte ingiuste rivolte a Federico Chingotto, Coello risponde senza mezzi termini: "Ci sono pochi giocatori così resilienti e competitivi come lui". Il numero 1 elogia anche il talento esplosivo della giovane coppia. Cardona/Augsburg, che considera un “riflesso” del suo duo con Tapia: “Ti premono, ti colpiscono, ti soffocano… Sono una delle 4 o 5 migliori coppie del mondo”.
Uno sguardo alla stagione e alla competizione
Arturo sottolinea il livello sempre più costante del circuito. Per lui, non ci sono più "partite facili" e coppie non tra le prime 8 come Guerrero/Leal o Diestro/Esbrí possono riservare sorprese in qualsiasi momento. Ma lui preferisce questo: "Per il pubblico, è molto meglio che vedere le stesse finali più e più volte".
La sua vita a Miami, il suo legame con i suoi cari e con la “vita reale”
Installato a MiamiCoello apprezza la tranquillità della città, il suo stile di vita sportivo e la squadra che tifa. Ma cosa gli manca? La sua famiglia, i suoi amici, la sua ragazza. Confida: "La cosa più difficile è non esserci quando qualcuno che amo ha bisogno di me". Mantiene un forte attaccamento alle sue radici, pur accettando i sacrifici della vita professionale.
Una visione lucida del successo
A 23 anni, Coello si rifiuta di ridurre il successo a soldi o classifiche: "Il vero successo è fare ciò che amo. Se finisco la terza stagione dando tutto, sarò soddisfatto". E sebbene sia diventato una star mondiale, rimane con i piedi per terra: "C'è Arturo, la persona, e Coello, il giocatore. Io scelgo di rimanere il primo".

Sulla relazione Galán/Lebrón: il tempo farà il suo corso
Interrogato sullo stato attuale dei rapporti tra i due ex numeri uno, si mostra diplomatico ma ottimista: "Hanno condiviso qualcosa di potente. Il tempo farà la sua parte. Il contributo che hanno dato al padel è immenso".

Ho scoperto il padel direttamente durante un torneo e, francamente, all'inizio non mi piaceva molto. Ma la seconda volta è stato amore a prima vista e da allora non mi sono persa nemmeno una partita. Sono anche disposto a stare sveglio fino alle 3 del mattino per guardare il finale Premier Padel !